otturatori fotografici

otturatore con tendine in stoffa a scorrimento orizzontale

1° guasto : ed anche il più ricorrente: rottura o logorio delle molle all'interno dei cilindri che avvolgono le tendine;

 2° guasto : ricercare eventuali  micro buchi causati dallo sfaldamento della plastica morbida di rivestimento.  Per chi non comprende, ricordo che tra gli anni 60 -70 era in uso costruire le tendine d'otturazione con la seta nera, su cui successivamente veniva spruzzato  materiale gommoso: si realizzavano così tendine a perfetta tenuta luce con scorrimento ancora più fluido. Col tempo lo sfaldamento della gomma finisce per imbrattare le tendine,tanto che queste scorrono malamente;

3°guasto : la scollatura di una delle due coppie di stringhe-guida.

Per il guasto n.1 basterà conoscere la funzionalità dei  cilindri A e B (fig. 1) : all'interno di questi troviamo delle molle elicoidali che vengono tensionate per effetto della rotazione dei cilindri stessi mentre  le due tendine si svolgono in fase di carica. Il logorio di queste molle causa un rallentamento nel ritorno delle tendine nel caso delle  Minolta si traduce in un blocco della macchina, per il mancato  fondo corsa della 2° tendina. Invece nella Canon FTb la poca elasticità nel cilindro B provoca il mancato sincronismo del lampo flash. Altre reflex come Yashica e Fujica soffrono di un aumento dei tempi lunghi: la causa quasi sempre sono quelle molle, che dopo l'apertura della prima tendina non imprimono la giusta spinta alla secondaria e ai leveraggi che muovono il temporizzatore (meccanismo ad orologeria). Per queste problematiche il rimedio è abbastanza semplice si dovrà  ruotare nel senso di carica il ruotino H, relativo alla tendina che scorre malamente e che s'incarica di dare maggior o minor carica alla molla interna della tendina stessa.
Infine qualche parola per il  guasto : la rottura o la scollature delle stringhe C e un'alta percentuale di possessori di Zenit, reflex ex sovietiche  vendute nei mercatini, sono a conoscenza di questo problema. La  causa principale sta nel fatto che queste Zenit, Zorky e Fed son messe in bella vista sulle bancarelle sfidando pioggia e sole, umidità e aria afosa; tutto questo non fa altro che cristallizzare i collanti , la bassa resistenza e la  grezza manifattura fanno il resto.

Componenti base di un otturatore

A   cilindro di raccolta 2° tendina
 cilindro di raccolta 1° tendina
E   1°tendina in stoffa   
 2° tendina in stoffa
 stringhe guida
D1  asse raccolta della 2° tendina
D2  ruotino dentato di carica tendine 
   asse raccolta stringhe della 1° tendina
H   regolatori molle cilindri A e B
L
   arpioni  di sgancio tendine

 

 

 

Comando meccanico dei tempi

Comando elettronico dei tempi

Lo schema del circuito che comanda elettronicamente i tempi, aiuta a comprendere come un otturatore in stoffa può essere comandato elettronicamente, grazie al principio di Innesco di Schmitt. Con le due tendine cariche, non rimane che pigiare il pulsante di scatto per il rilascio dell’alzaspecchio; lo stesso al suo punto superiore muoverà una o più leve che libereranno la prima tendina, a questo punto entra in scena l’elettronica. Un piccolo solenoide, attraversato da un flusso di corrente magnetizzerà l’arpione che blocca il rilascio della seconda tendina. Detta così sembra tutto facile ma provate a calcolare quanta corrente occorre per un esposizione di un secondo ed anche alla forza di magnetismo che deve contrastare la molla di ritorno della seconda tendina? Il controllo dei tempi elettronici si basa sul principio di carica di un condensatore grazie ad una serie di resistori e transistor amplificatori. Tutto questo perché il nostro obiettivo è di avere un massimo rendimento con poca energia altrimenti dovremmo cambiare pile ad ogni tempo dell’otturatore. Al momento dello scatto un circuito elettronico si incaricherà di caricare elettricamente un condensatore che rilascerà tutta la sua capacità immagazzinata nel solenoide della elettrocalamita, la stessa che a sua volta rilascerà la corsa della seconda tendina.

Tutto questo non è un puro esercizio di fenomeni elettromeccanici ma è palese che i sistemi meccanici non garantiscono nel tempo la giusta cadenza del tempo prefissato dal fotografo. Se al controllo elettronico dei tempi, come avviene nella odierna produzione industriale, aggiungiamo un circuito al quarzo simile a quello dei più comuni orologi da polso, otteniamo una precisione, che sarà a vantaggio de tempo di esposizione utilizzato.

N.B. L'ultima figura qui a lato si riferisce all'elettromagnete di sblocco della seconda tendina, montato su Canon AE-1